“Roberta, capace di assorbire, memorizzare e recuperare dati con una bravura straordinaria, era fortemente inadeguata quando si trattava di esprimere opinioni personali. Era perfetta in quello che viene definita approccio “bottom-up”, riusciva cioè ad assimilare con relativa facilità nozioni di ogni genere (…) e a ricordarle il giorno dopo (…). Però non metteva mai nulla di suo in quel che memorizzava. Non c’era il minimo tocco personale in ciò che produceva, nessuna interpretazione o rielaborazione del materiale appreso, in nessuna materia (…)”.
(tratto da M. Levine: “I bambini non sono pigri” Ed. Mondadori, 2005, pag. 136)
“Altri hanno invece un approccio “top-down”: mettono in discussione i paradigmi, esprimono le loro idee, esplorano nuovi modi per interpretare le informazioni, tentano esperimenti innovativi e procedono a salti e balzelli. (…) Sono pensatori che lasciano andare la loro mente a briglia sciolta, amano mettersi in gioco, sono disposti a rischiare e preferiscono le vie poco battute. La maggior parte delle persone non appartiene esclusivamente all’una o all’altra di queste due categorie e armonizza l’approccio “bottom-up” con quello “top-down””, ma i due estremi ben si adattano alle materie scientifiche.”
(op. cit., pag. 275)
Se i soggetti della prima categoria sono valutati positivamente dalla scuola in quanto fedeli ripetitori dei contenuti disciplinari, non altrettanto lo sono i secondi che tendono a rielaborare in modo personale le conoscenze e per questo motivo vengono spesso considerati dagli insegnanti alunni poco conformisti e affidabili, troppo autonomi e divergenti. Tra i primi ci sono bravi professionisti e scrupolosi lavoratori dei vari settori pubblici e privati, ma tra i secondi si collocano gli artisti, gli scrittori, gli innovatori, gli scopritori, gli inventori e i creativi.I soggetti “bottom-up” assicurano la prosecuzione socio-culturale nel segno della continuità e della tradizione, quelli “top-down” contribuiscono al cambiamento di mentalità, all’innovazione e al progresso scientifico e sociale dell’umanità in qualsiasi settore dello scibile umano.
La scuola avrebbe il dovere di utilizzare procedure metodologiche e docimologiche tese a individuare, sostenere, sviluppare e premiare più i secondi che non i primi, comportandosi proprio in modo opposto a come è adusa fare.
Insomma la scuola dovrebbe essere meno “Bottom-up” e più “Top-down”!