
Nell’attuale realtà sociale tesa alla massima produttività economica, la scuola italiana rimane ancora legata a pratiche metodologico-didattiche poco idonee ai bisogni formativi degli studenti. Il saggio evidenzia come sia errato considerare la dispersione scolastica un fenomeno ineluttabile e non invece la conseguenza di un sistema formativo poco centrato sull’alunno. Le innovazioni tecnologiche – come la realtà virtuale, il Project Based Learning o la Flipped Classroom – restano modalità scarsamente efficaci se non fondate sulla comprensione profonda della persona. Solo una didattica fenomenologica centrata sull’essere, sulla consapevolezza di sé e sulla valorizzazione delle differenze, può realizzare una scuola autenticamente inclusiva e democratica. Per questo appare non più rinviabile un’attenta riflessione pedagogica sulle cause mentali dell’insuccesso scolastico per restituire piena dignità educativa a ogni soggetto in apprendimento.