L’ IMPARARE AD APPRENDERE NON PASSA DAGLI ARREDI

SCOLATICI O DALLE TECNOLOGIE!

Sofisticati (e costosi) materiali didattici per insegnare italiano e matematica, atelier per svolgere piacevoli attività educative, angoli morbidi per il relax e la lettura, aule moderne ed esteticamente colorate, strumenti informatici all’avanguardia per promuovere la scuola digitale costituiscono, per molti addetti ai lavori, l’impianto della Buona Scuola. L’ambiente di apprendimento monopolizza il dibattito nelle riviste di settore, nei convegni e nei corsi di formazione. Tuttavia questa cultura pedagogica confligge con lo stesso concetto di “scuola inclusiva” che, come recita l’art.1 della Legge 107/15, deve promuovere gli stili di apprendimento e valorizzare le potenzialità cognitive degli alunni. Gli insegnanti però sembrano essere più sensibili alle mode tecnologiche che non ai richiami legislativi.

Le LIM e i tablet non possono sostituirsi al soggetto in apprendimento. Questi strumenti tecnologici infatti migliorano la qualità dell’insegnamento ma non dell’apprendimento che viaggia con regole proprie ignorate, purtroppo, dalla scuola e dai suoi operatori. Di conseguenza questo inane movimentismo pedagogico produce risultati modesti se non insignificanti. Non esiste infatti nessuna correlazione scientificamente dimostrata tra il rinnovamento tecnologico e l’apprendimento inteso come rafforzamento delle funzioni primarie del pensiero.

La nostra Associazione intende l’innovazione da una prospettiva pedagogica diversa: gli stili cognitivi. L’alunno infatti è il solo protagonista dell’apprendimento sempre e comunque, anche nell’ambiente più sofisticato e tecnologico così come in quello più arretrato e povero del mondo. La Didattica Mentalista pone al centro della sua azione metodologica gli stili d’apprendimento e non l’ambiente tecnologico o l’arredo scolastico. La legge 107/15 non chiede agli insegnanti un uso più massiccio delle tecnologie, ma di PERSONALIZZARE (e non solo individualizzare) il processo di insegnamento-apprendimento per costruire una scuola realmente INCLUSIVA.

Nel suo libro “Educare al comprendere” H. Gardner afferma in modo molto deciso: “Preferisco il più mediocre degli insegnanti al computer più potente del mondo”. Noi siamo dello stesso avviso, soprattutto se l’insegnante in questione è in grado di valorizzare gli stili di apprendimento dei suoi alunni.

Mariangela Angelonidrama_gestion_mentale_098